Autore: Laura Aldovini
ISBN: 9791259550088
342 pagine
Anno: 2021
Collana: Trivulziana
Progetto Grafico: Solchi graphic design
Da decenni dispersi in più musei, dalla National Gallery of Art di Washington al Castello Sforzesco, i nielli appartenuti alla famiglia Trivulzio – che ancora una volta viene celebrata per il suo gusto raffinato e l’instancabile ricerca di oggetti inusuali – sono qui ‘riuniti’ e studiati in relazione l’uno con l’altro. Attraverso il loro ‘caso’, il volume offre un contributo fondamentale per la storia della produzione dei nielli e della loro fortuna collezionistica nel Sette e Ottocento.
Attraverso le testimonianze di coloro che ne compresero l’interesse nei secoli passati, sono indagati in dettaglio non solo la creazione di queste opere così rare, ma anche la loro importanza storiografica e il legame con le origini dell’incisione, aspetti museografici, di catalogazione e organizzazione nelle raccolte d’arte, fino a toccare il problema delle falsificazioni.
La maggior parte delle lastrine qui discusse sono oggi conservate presso la National Gallery of Art di Washington, parte di un nucleo di opere realizzate in vari media che Samuel H. Kress acquisì, tramite Alessandro Contini Bonacossi dalla collezione Trivulzio negli anni trenta del Novecento.
Laura Aldovini è conservatore presso i Musei Civici di Pavia dal 2017. Studiosa di storia della grafica del Rinascimento, nel 2011 ha conseguito il dottorato presso l’Università degli Studi di Milano, con una tesi sulle origini dell’incisione in Lombardia. Ha ottenuto diverse borse di studio presso i maggiori gabinetti disegni e stampe (al Louvre, al British Museum, al GDSUffizi), collaborato a mostre e partecipato a convegni nazionali e internazionali. Nel 2015 ha fondato con Silvia Urbini e David Landau l’Atlante delle xilografie italiane del Rinascimento, presso la Fondazione G. Cini, Venezia. I suoi interessi si rivolgono principalmente all’incisione italiana, dalle tecniche alla storia del collezionismo, spaziando dai nielli alla xilografia, dalla produzione di Mantegna a quella di Marcantonio Raimondi, alla Scuola di Fontainebleau, oltre che alla diffusione dei modelli tramite le stampe.
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